Muore dopo liposuzione, “il chirurgo era già processato, perché non gli è stato impedito di operare?”

José Lizarraga Picciotti, che ha svolto l'intervento di liposuzione su una quarantaseinenne poi deceduta è già finito a processo e condannato a quattro mesi prescritti in Appello per il caso di un'altra paziente, che nel 2006 ha rischiato di morire sempre dopo una liposuzione. Nonostante ciò continuava a operare: "Forse la tragedia di domenica scorsa si sarebbe potuta evitare se al chirurgo fosse stato impedito di operare" ha commentato l'avvocato Antonello Riccio.
Colta da un'infezione dopo l'intervento, Lizarraga non ha portato subito la quarantaseienne in ospedale, ma l'ha tenuta in casa per diversi giorni, sperando che guarisse con degli antibiotici. Solo quando si è accorto che stava per morire, l'ha accompagnata al San Filippo Neri, dove i medici l'hanno sottoposta ad un intervento chirurgico di estrema urgenza, che le ha salvato la vita. Oggi la paziente Emini Gercaliu, reduce dalla terribile esperienza, porta cicatrici su tutto il corpo. Lizarraga era inoltre privo di assicurazione professionale e si è sottratto ad ogni richiesta risarcitoria nonostante la condanna anche in sede civile.
"Ha portato a casa la mia assistita dandole antibiotici con la speranza che guarisse"
"La mia assistita si è sottoposta ad un primo intervento con Lizarraga, che è andato bene. Ha deciso di tornarci per fare una liposuzione, purtroppo ha avuto gravi complicanze a causa di un'infezione. Il chirurgo ha cercato di nascondere il fatto, portando la paziente a casa sua e ha cercato di curarla con qualche antibiotico nella speranza che guarisse.
Quando si è accorto che non poteva fare più nulla e che sarebbe morta, solo all'ultimo l'ha portata al San Filippo Neri. I medici hanno preso subito in carico la mia assistita, hanno capito che il caso era gravissimo e che serviva un intervento chirurgico di estrema urgenza, perché c'era una setticemia in corso".
"Materiale non idoneo e personale non qualificato"
Emini ha sfiorato la morte, i medici le hanno detto che non sapevano se sarebbe uscita viva dalla sala operatoria, talmente era in condizioni disperate. "Fortunatamente l'intervento è andato bene, ma ha sofferto molto e continua a soffrire ancora oggi, ha cicatrici su tutto il corpo" continua l'avvocato.
"A provocare l'infezione sarebbe stato l'uso di materiale non idoneo ad essere impiegato in interventi chirurgici e l'impiego di personale non qualificato. Gli assistenti che hanno operato la mia assistita con Lizarraga infatti non erano medici. Forse la morte della donna si sarebbe potuta evitare se dopo la condanna gli fosse impedito di operare".